Una farfalla ignara
Vide un bambino di tredici anni forse che aveva un taglio azzurro dipinto sul viso avvicinarsi con passi guizzanti al vecchio bevitore di birra e lanciare verso di lui una piccola biglia di metallo che uscì dalla sua mano trattenuta da un elastico e in un secondo alla sua mano ritornò. La biglia colpì il vecchio in pieno viso e quando si ritrasse nella mano del ragazzino, quel viso non era più un viso. La barba del vecchio era un cespuglio rossastro e la bottiglia di birra rotolò per terra senza rompersi. Poi gli si avvicinò saettante uno skater e prese a colpirlo con il deck. Tre ragazzine, uscite dalle pagine di Gothic Lolita, con indosso abiti vittoriani merlettati, gli si fecero attorno lanciando grida di prefiche alternate a sguaiate risa, e un’altra portava in spalla un paio di lunghe ali nere da angelo vendicatore e fissava beata la poltiglia sanguinolenta. Infine una coppia di danzatori magrissimi, fasciati in un viluppo di garze bianche tenute insieme da spille luminescenti, si fermarono davanti al vecchio esanime e con le lunghe spille-fermaglio lo trafissero come se fosse una farfalla che si attacca al muro. Una farfalla ignara della sua colpa e del suo destino.
Poi, con la stessa incomprensibile armonica eleganza con cui erano giunti, in estasi gruppale si sono allontanati in varie direzioni. Non sembrava affatto di aver assistito a un crimine, ma a un gioco di società o a un’azione dadaista. Il cielo era terso e la luce così squillante che pareva un film girato in digitale. La musica, le voci e il vento si mescolavano in un impasto ritmico assordante e Alex sentì all’improvviso una gioia interiore come se gli infilassero degli aghi sotto la pelle in prolungata elettrocuzione, in presa diretta col flusso eccitatorio universale. (pag. 64-65, Franco Berardi, Massimiliano Geraci, Morte ai vecchi, Baldini&Castoldi)
Foto di Massimo Sciacca