La solitude

Il professor Forza si alzò, con un movimento lento e possente, sollevandosi sui braccioli della sedia e volgendosi verso il fondo, dove nell’oscurità si nascondeva una misteriosa alcova, una cuccia fetida appena nascosta da un paravento. “Venga, venga, tengo la mia farmacia personale qua dietro. Del resto, cosa crede che stessi facendo quando lei ha bussato alla mia porta? Crede che mi occupassi di programmazione didattica? No, mio caro amico, la programmazione didattica può andare a farsi fottere per quel che mi riguarda. Calcolavo. Calcolavo il tasso di selegilina nel mio sangue. Contrasta i processi neurodegenerativi e l’inesorabile moria dei neuroni dopaminergici. Anche la serotonina va tenuta d’occhio, stimolandone la sintesi da parte delle cellule intestinali – sapeva che in pratica abbiamo un secondo cervello che porta dritto al buco del culo? – fornendo all’organismo il suo precursore, il triptofano, e inibendo i neuroni addetti alla ricaptazione cosicché il suo livello si mantenga alto nel cervello. È un procedimento alchemico complesso, cosa crede? Epurare gli umori più foschi perseguendo il cammino tortuoso dalla nerezza alla luce. Nigredo e albedo, come lei stesso m’insegna. Ma i tempi sono cambiati professor Vitale, oggi non serve scomodare fiamme purificatrici. Ogni risposta è nella chimica, la più metafisica delle scienze esatte. L’arte suprema che dobbiamo imparare è quella del dosaggio, dell’equilibrio. Io la studio da anni. Non si fidi dei medici. Le parlano d’interazioni sinergiche e schierano le loro molecole in modo inefficace, sovradosandole o sottodosandole, sovrapponendo vettori che schizzano nella stessa direzione come se avesse qualche senso preferire la sedazione, o l’eccitazione, la rimembranza o l’oblio. È la vecchia conjunctio oppositorum il segreto. Vede qui nello stesso bicchiere, quaranta gocce di Tramadolo, un oppioide sintetico, e seicento milligrammi di Modafinil, due antagonisti, insomma, accompagnati da un grammetto abbondante di Oxiracetam, tanto per non tenersi la lucidità nelle mutande, come cantava quel bardo anarchico e maledetto che lei certamente ricorderà. Segua questa dieta e sarà in grado di distillare anche lei, come me, momenti d’assoluta chiarezza. Mi segua professor Vitale, mi segua, la prego.” (pag. 69-70, Franco Berardi, Massimiliano Geraci, Morte ai vecchi, Baldini&Castoldi)