il titolo

Questo libro all’inizio si chiamava KS, come Killing swarm, lo sciame che uccide. Mutazione connettiva e automazione cognitiva generano lo swarm e lo swarm uccide più o meno a caso come un drone super-intelligente cioè perfettamente scemo. 

Poi nella nostra mente KS venne a significare Cap-Soul, il congegno (flusso) che cattura l’anima. 

Poi decidemmo di cambiare titolo, e invece di KS chiamammo questo libro gerontomachia, e alla fine decidemmo per Morte ai vecchi in un gesto di ironica banalizzazione della quale talvolta mi pento. 

Insaziabilità è un romanzo del 1927 in cui il polacco Ignaci Witkiewicz descrive un tempo in cui il mondo è dominato dal capital-comunismo unificato dell’ovest e dalla droga sapienziale di Murti Bing, una specie di Mao Tze tung ante-litteram. Le letture di Max vanno in direzioni diverse dalle mie, non gli ho mai chiesto se conosce Insaziabilità ma secondo me non gli piace gran che. 

Volevamo forse scrivere una previsione distopica del XXI secolo per terrorizzare i lettori? Non credo.

Insaziabilità è un libro gigantesco, ma noi non pretendiamo di prefigurare il secolo venturo come Ignazio Witkiewicz seppe fare prima di procurarsi un sacchetto di cocaina e andare a morire in compagnia di un’amica nella foresta polacca per sfuggire ai nazisti. 

Il metodo di composizione di KS segue il principio di Mauritis Corneli Escher (si parva licet componere magnis). Escher costruisce volumetrie impossibili, disegna evoluzioni spaziali incoerenti ma impeccabili nella costruzione bidimensionale. 

Poiché il mondo è irriducibile alle potenze del linguaggio e il linguaggio eccede il mondo nelle sue possibilità, ecco che sullo spazio bidimensionale del disegno si sviluppano impossibili possibilità di immaginazione tridimensionale. 

L’eccesso di linguaggio concatena punti incomunicabili dell’universo. Niente a che fare con una profezia, ma il percorrimento di linee di fuga che si perdono nel buio assoluto dell’infinito (im)possibile.